Il Lago di Varano e la leggenda di Uria, la città sommersa
Avete mai fatto un’escursione sul Lago di Varano, magari a bordo del “sandalo”, la tipica imbarcazione del posto? No?
Se è il Gargano la vostra prossima meta di vacanze, programmate una giornata per conoscere quest’affascinante laguna del Gargano, la più grande del Sud Italia, le cui origini si perdono tra storia e leggenda.
Il lago si trova sulla costa settentrionale del Gargano, a poca distanza dall’Albergo Il Giardino: solo 2 km in linea d’aria. Comunemente viene chiamato lago, ma in realtà è una laguna, separata dal mare Adriatico da una sottile striscia di terra ma comunicante con il mare in ben due punti, la foce di Varano, ad Est, e la foce di Capojale ad Ovest.
Quello che vi colpirà durante il vostro giro sul Lago di Varano, sarà innanzitutto il paesaggio: un immenso specchio d’acqua silenzioso, l’azzurro dell’acqua che contrasta con il verde della campagna circostante dove spiccano imponenti ulivi secolari che sembrano quasi abbracciare il lago. E poi quel Crocifisso che emerge dall’acqua vicino alla sponda orientale del lago dove, su una piccola collina, sorge una suggestiva chiesetta. È la Chiesa della SS. Annunziata, dove è custodito un prezioso Crocifisso del 1300 venerato dagli abitanti dei tre comuni del Gargano bagnati dal lago (Ischitella, Cagnano Varano e Carpino).
A rendere però ancora più affascinante questo posto, già straordinario, è anche una leggenda che si tramanda da più di un millennio di generazione in generazione. È la leggenda della mitica Uria.
Si racconta che tanto tempo fa, lì dove ora c’è il lago di Varano, esisteva una città, chiamata appunto “Uria”. A governare la cittadina era il re Tauro, un uomo malvagio e perfido come pure il suo popolo. Per questo, secondo la leggenda, Dio, infastidito dai peccati e dalle nefandezze degli abitanti di Uria, decise di punirli riversando sulla città un devastante diluvio. Fu così che una notte, dopo una grande festa, si abbatté sulla cittadina un violento nubifragio che finì per inondare l’intera città. Nessuno si salvò da quel cataclisma, eccetto Nunzia, una fanciulla umile che viveva lontano dal centro abitato e che passava le sue giornate dedicandosi solo alla preghiera e al lavoro.
Quella notte Nunzia stava raggomitolando il filo da tessere, quando vide l’acqua avanzare sempre più vicino alla porta della sua casetta. Istintivamente lanciò nell’acqua il gomitolo che teneva in mano e gridò “Figlio mio, fermati qua!”. Si racconta che l’acqua si fermò proprio là dove era caduto il gomitolo. Il mattino seguente, la città di Uria era scomparsa, e al suo posto Nunzia, l’unica sopravvissuta alla catastrofe, trovò le placide acque di un lago, il lago di Varano. Ancora oggi alcuni pescatori del posto raccontano di sentire, nelle notti di luna piena, il suono delle campane dell’antica città di Uria.
[Illustrazione di Rocco Romondia]
Se è il Gargano la vostra prossima meta di vacanze, programmate una giornata per conoscere quest’affascinante laguna del Gargano, la più grande del Sud Italia, le cui origini si perdono tra storia e leggenda.
Il lago si trova sulla costa settentrionale del Gargano, a poca distanza dall’Albergo Il Giardino: solo 2 km in linea d’aria. Comunemente viene chiamato lago, ma in realtà è una laguna, separata dal mare Adriatico da una sottile striscia di terra ma comunicante con il mare in ben due punti, la foce di Varano, ad Est, e la foce di Capojale ad Ovest.
Quello che vi colpirà durante il vostro giro sul Lago di Varano, sarà innanzitutto il paesaggio: un immenso specchio d’acqua silenzioso, l’azzurro dell’acqua che contrasta con il verde della campagna circostante dove spiccano imponenti ulivi secolari che sembrano quasi abbracciare il lago. E poi quel Crocifisso che emerge dall’acqua vicino alla sponda orientale del lago dove, su una piccola collina, sorge una suggestiva chiesetta. È la Chiesa della SS. Annunziata, dove è custodito un prezioso Crocifisso del 1300 venerato dagli abitanti dei tre comuni del Gargano bagnati dal lago (Ischitella, Cagnano Varano e Carpino).
A rendere però ancora più affascinante questo posto, già straordinario, è anche una leggenda che si tramanda da più di un millennio di generazione in generazione. È la leggenda della mitica Uria.
Si racconta che tanto tempo fa, lì dove ora c’è il lago di Varano, esisteva una città, chiamata appunto “Uria”. A governare la cittadina era il re Tauro, un uomo malvagio e perfido come pure il suo popolo. Per questo, secondo la leggenda, Dio, infastidito dai peccati e dalle nefandezze degli abitanti di Uria, decise di punirli riversando sulla città un devastante diluvio. Fu così che una notte, dopo una grande festa, si abbatté sulla cittadina un violento nubifragio che finì per inondare l’intera città. Nessuno si salvò da quel cataclisma, eccetto Nunzia, una fanciulla umile che viveva lontano dal centro abitato e che passava le sue giornate dedicandosi solo alla preghiera e al lavoro.
Quella notte Nunzia stava raggomitolando il filo da tessere, quando vide l’acqua avanzare sempre più vicino alla porta della sua casetta. Istintivamente lanciò nell’acqua il gomitolo che teneva in mano e gridò “Figlio mio, fermati qua!”. Si racconta che l’acqua si fermò proprio là dove era caduto il gomitolo. Il mattino seguente, la città di Uria era scomparsa, e al suo posto Nunzia, l’unica sopravvissuta alla catastrofe, trovò le placide acque di un lago, il lago di Varano. Ancora oggi alcuni pescatori del posto raccontano di sentire, nelle notti di luna piena, il suono delle campane dell’antica città di Uria.
[Illustrazione di Rocco Romondia]